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Mappa del comune di Messina
Informazioni sulla città di Messina
- Abitanti
- 10.189
- Regione
- Sicilia
- Provincia
- Messina
- Prefisso
- 090
- Codice ISTAT
- F158
- Superficie
- 213,75 kmq
- Altitudine
- 3 msl
- CAP
- 98153
Messina
Le origini della città risalgono al 756 avanti Cristo quando dei coloni greci la fondarono con il nome di “Zancle” che significa falce ed il nome le fu assegnato per la forma arcuata del suo Porto.
Dopo i Greci fu conquistata prima dai Romani, poi dai Bizantini in seguito dagli Arabi e dai Normanni.
Messina divenne capitale del Regno di Sicilia durante i domini svevo, angioino ed aragonese ed era al tempo la città più ricca della Sicilia.
L'arresto all'espansione della città fu causato dagli Spagnoli ai quali il trattato di Nimega aveva assegnato Messina. Vi fu una rivoluzione antispagnola che lasciò la città devastata e defraudata di una buona parte del suo patrimonio storico.
Entrò a far parte del Regno d’Italia nel 1860.
La città ha subito anche gravissimi danni a causa dei sismi del 1783. e del 1908 cui si aggiungono i bombardamenti della seconda guerra mondiale,.
La ricostruzione della città è iniziata nel 1912 , ma tutti i brutti avvenimenti che si sono susseguiti nel tempo non hanno permesso alla città di salvaguardare la sua memoria storica ed ultimamente ha subito un' espansione edilizia incontrollata.
Parlando di Messina non si può non pensare allo Stretto di Messina, localmente definito “u Strittu” (lo Stretto) o Faro di Messina, che è il braccio di mare che collega il Mar Ionio con il Mar Tirreno e che, separa Messina e Reggio Calabria o meglio separa la Sicilia dalla Calabria.
Una bellissima leggenda narra che nello stretto di Messina vivessero due mostri marini Scilla e Cariddi.
Scilla era una splendida ninfa, figlia di Forco e Crataide e trascorreva i suoi giorni nel mare, giocando con le altre ninfe e rifiutando tutti i pretendenti.
Di Scilla si invaghì Glauco, il dio del mare, che chiese alla maga Circe un filtro d’amore, ma il destino volle che Circe provasse attrazione per Glauco che però la rifiuto.
Rifiutata da Glauco Circe, per gelosia, trasformò la bellissima rivale Scilla in un mostro con dodici piedi e sei teste, nelle cui bocche spuntavano tre file di denti e con appese intorno alla vita teste di cani che abbaiavano e ringhiavano ferocemente e continuamente.
Scilla che ormai un mostro si nascose in una caverna dello stretto di Messina e quando i naviganti si avvicinavano a lei, con le sue sei bocche li divorava; l'unico modo per difendersi da Scilla, che era immortale, era invocare Crataide, la madre che era una Ninfa del mare.
La caverna dello stretto di Messina in cui si era rifugiata Scilla era dal lato opposto a quello di “Cariddi” un altro mostro.
Inizialmente Cariddi era una naiade (figura mitologica greca di ninfee d'acqua dolce), figlia di Poseidone e Gea, questa era dedita alle rapine e nota per la sua voracità. Un giorno rubò a i buoi di Gerione ( figura della mitologia greca, era un gigante fortissimo con tre teste, tre busti e due sole gambe) e ne mangiò alcuni. Fu allora che Zeus stanco dei suoi comportamenti la fulminò , la fece cadere in mare e la trasformò
in un gigantesco mostro simile ad una lampreda, con una grande bocca piena di tante file di denti ed una voracità infinita.
Cariddi risucchiava l'acqua del mare e la rigettava più volte al giorno creando vortici che affondavano le navi in transito.
Nella realtà Scilla e Cariddi sono rispettivamente uno scoglio ed un gorgo (vortice o mulinello) marino che sono situati l'uno in corrispondenza dell'altro nello stretto di Messina e che rappresentavano per le antiche navi un pericolo molto serio, di qui la fantasia popolare li trasformò in terribili mostri marini.
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